Spettacoli

 

Economia

Hollywood Murdoch (forse) si mangia Topolino

Bank of America regala bonus natalizio si suoi clienti

Basta alle Morti Bianche

La crisi mondiale, il mondo in recessione, da novembre 2009 siamo fuori dalla crisi

Marchionne pensa agli Stati Uniti

Il crack occupazionale e ambientale dell'Ilva di Taranto

 

Hollywood Murdoch (forse) si mangia Topolino

Hollywood - Murdoch si mangia Topolino. In questi giorni, prima e dopo l’annuncio del grande accordo fra la famiglia Murdoch e la public company statunitense Walt Disney, Rupert Murdoch e il suo Trust famigliare non hanno venduto diversi asset industriali del loro impero globale a Walt Disney ma li hanno conferiti in cambio di una quota rilevante (circa il 5%) della storica società di Topolino. Non sono girati soldi fra i due gruppi ma solo grandi accordi, ma solo azioni e carte. Se Murdoch non avesse più voluto giocare la “grande partita” del futuro, avrebbe potuto liquidare finanziariamente stessi asset, quando diversi pretendenti oltreoceano avevano già espresso volontà di acquistarli (Mike Lentoff, 17 febbraio 2015)

 

Bank of America regala bonus natalizio ai suoi clienti

Washington – Bank of America ha aderito alla celebrazioni delle compagnie americane celebrando i tagli fiscali dando ai propri dipendenti uno speciale bonus di fine anno. Brian Moynihan, amministratore delegato della banca, ha inviato una e-mail ai dipendenti citando i benefici per l'azienda dal tasso più basso di imposta sulle società."Nello spirito del successo condiviso, intendiamo passare alcuni di questi benefici immediatamente. I dipendenti degli Stati Uniti guadagnano fino a $ 150.000 all'anno in compenso totale - circa 145.000 compagni di squadra - riceveranno un bonus una tantum di $ 1.000 entro la fine dell'anno ", ha scritto Moynihan. La banca ha anche dichiarato di aspettarsi di investire di più nella tecnologia e nelle città del paese in cui opera, ma al momento manca "una vasta rete di centri finanziari".(Luigi Votano, 24 dicembre 2017)

 

 

Morti Bianche, a Latina, muoiono due imbianchini

 

Latina - La lista nera delle morti bianche, dal primo gennaio è arrivata a superare le 400 unità. Gli ultimi, due imbianchini morti ad Aprilia. Alessandro Protettore di 28 anni, figlio del proprietario della ditta cui era appaltato il lavoro e Erion Gurra, diciannovenne albanese appena assunto dall’impresa, si stavano occupando della ritinteggiatura di un immobile quando, spostando l’impalcatura della quale si servivano, probabilmente per preservarsi dal forte vento che stava per alzarsi, hanno urtato un filo dell’alta tensione e sono stati folgorati da una potente scarica elettrica.  Si pensa siano morti sul colpo dato che la scarica che li ha colpiti aveva una potenza di duecentomila volts, non hanno avuto modo di ricevere immediatamente le cure, i medici del 118, prima di intervenire hanno dovuto attendere che l’Enel ponesse la zona in sicurezza.  La morte di Alessandro e Erion ha suscitato le reazioni dei sindacati della zona, il segretario provinciale della Cgil ha denunciato i tagli agli ispettorati del lavoro e alle Asl, affermando che così fare prevenzione seria ed efficace nei posti di lavoro diventa impossibile. Nella stessa giornata, a Messina un uomo di 63 anni è deceduto mentre stava montando un ponteggio e uno di 44 anni, in provincia di Chieti è rimasto gravemente ustionato in seguito allo scoppio del materiale che stava utilizzando in fabbrica. La maggior parte dei decessi sul lavoro continuano a registrarsi in edilizia e agricoltura. Rispetto al 2008, tuttavia, sembra esserci stata una leggera diminuzione di episodi di morte in cantiere, ma i dati potranno essere confermati solo a fine anno. In ogni caso, tra morti ed infortuni, la media giornaliera continua ad essere di 3 o 4 lavoratori al giorno. Il ministro del Welfare Sacconi, intanto, in materia di prevenzione delle morti sul lavoro e di diminuzione del fenomeno ha espresso la volontà di attuare una nuova strategia, affiancando all’applicazione delle leggi un sistema fondato, a suo dire, su formazione, informazione ed educazione. Federica Olivo
 

 

Milano - Cala la fiducia delle piccole imprese italiane per la crisi della ditta individuale. E' lo scenario tracciato dal secondo Rapporto Unicredit Banca sulle piccole imprese, da cui emerge tuttavia l'esistenza diffusa di imprenditori "in controtendenza", che hanno investito nella propria azienda riqualificando l'offerta anche grazie all'accesso al credito. Due sono i principali fattori che hanno determinato questa flessione: il perdurare della congiuntura economica negativa e l'acuirsi della crisi della ditta individuale, elemento più fragile della piccola imprenditoria italiana. Gli imprenditori delle aziende maggiori con più di 250mila euro di fatturato migliorano invece l'indice di fiducia, confermando così una divaricazione evidente tra 'ditta individuale in crisi' e 'piccole imprese solide e in crescita': "Il forte calo di fiducia da parte dei più piccoli e l'incremento da parte dei più grandi - ha detto l'amministratore delegato di Unicredit Banca Roberto Nicastro - sta forse a dimostrare che chi è più strutturato finalmente riesce a vedere una luce in fondo al tunnel". In particolare, dopo il relativo ottimismo dello scorso anno, sono andate deluse le aspettative nel settore manifatturiero e nel Nord Est del Paese, specialmente nel Triveneto. "Il segmento delle imprese piccolissime - ha infatti confermato il direttore generale dell'Abi Giuseppe Zadra - negli ultimi due anni ha utilizzato fortemente l'accesso al credito, con un aumento di circa il 7%. Questo vuol dire che, dal punto di vista bancario, non si vedono gli effetti del giudizio pessimistico che le aziende esprimono". da Milano, Stefania Ingresani

Roma – "Per contrastare con efficacia gli infortuni sul lavoro occorrono un costante livello di attenzione e un forte impegno civile al fine di diffondere la più ampia consapevolezza della gravità del fenomeno e di promuovere una comune, operante cultura della sicurezza". Questo il monito e l'augurio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. In un mondo dove le morti bianche, sono una realtà che nei primi sette mesi dell'anno ha fatto registrare 719 morti sul lavoro, 12 in più rispetto allo scorso anno. Ultimo, l'incidente nel porto di Ravenna, lungo una banchina del terminal container all'interno del porto canale. Filippo Rossano, 57 anni, era su un mezzo navale di appoggio quando, forse per repentino cambio di velocità ha perso l'equilibrio ed è caduto in acqua, sbattendo la testa con violenza. Per il presidente della Camera Fausto Bertinotti, bisogna "rompere il muro del silenzio e della disattenzione sulla drammatica realtà degli infortuni e dei morti sul lavoro".  il presidente dell'Anmil, Pietro Mercandelli ha però ricordato che la Finanziaria 2007 "dimentica le vittime del lavoro; i superstiti dei morti sul lavoro non hanno alcun percorso facilitato per trovare un'occupazione, percorsi che esistono, giustamente, per i superstiti delle vittime del terrorismo".

Donetsk - Sono 72 i minatori morti in una esplosione nella miniera di carbone di Zasiadko, nel sudest dell’Ucraina. Sembra disperata l'impresa di ritrovare in vita gli altri 28 che mancano all’appello. Al momento dell'incidente nella miniera lavoravano 457 minatori, 350 dei quali sono stati tratti in salvo. Il ministero ucraino delle Emergenze ha riferito che l'esplosione si é verificata ad una profondità di circa 1.000 metri. In questa regione in passato ci sono stati numerosi disastri. Solo nei pozzi di Zasiadko, si sono verificati quattro incidenti gravi con un bilancio di 180 morti,. Nella regione del Donetsk, é stato proclamato un lutto di tre giorni. di Carmen Spanò

Sotto accusa i vecchi stabilimenti minerari della città di Doniestk, dotati di sistemi di ventilazione inadeguati. L'esplosione è stata provocata dall'alta concentrazione di grisu', una miscela di gas altamente esplosiva. Le miniere ucraine sono tra le più pericolose al mondo e sono state teatro, in passato, di un numero assai elevato di incidenti fatali. La maggior parte di esse sono molto profonde e dotate di equipaggiamenti e misure di sicurezza datati. di Manuel Alvaro

 

La crisi mondiale, novembre 2009, "Siamo fuori dalla parte peggiore della crisi", dice il presidente della Banca Centrale Europea

Tokyo – “Resta ancora molto da fare per vincere la crisi, in questo momento desta particolare preoccupazion la fragilità della rete finanziaria che connette mercati, banche, stati e cittadini”, questa la ricetta di Christine Lagarde, presidentessa del Fondo Monetario internazionale (FMI), per uscire dalla crisi, dettata al G30 sull’economia globale. La riunione si è tenuta a porte chiuse nell’hotel Okura (nella foto) a margine dei lavori dell'assemblea annuale del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Il numero uno dell’Eurotower, Mario Draghi ha illustrato ai governatori delle banche centrali, alla stessa Lagarde, al suo predecessore Jean Claud Trichet e al presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, il piano Omt. ovvero le misure antispread decise a settembre dalla Bce e giudicate necessarie dopo la rottura della catena di trasmissione della politica monetaria all'interno dell'Eurozona. Ottimista Draghi, che ha affermato che l’economia dell’Eurozona è molto migliore di quella d’inizio anno. Trichet ha definito “positive” le misure adottate dalla Banca centrale contro i rischi dell'euro per ridare fiducia all'economia e raffreddare gli spread.  Sulla difensiva, invece, il presidente della Federal Reserve, nel mirino per la politica monetaria troppo accomodante seguita dagli Stati Uniti. Ben Bernanke ha ribadito che è una strategia che non danneggia le economie emergenti.  Salvatore Catizone

Atene -  Ancora tensioni. Dopo il voto del parlamento greco, che ha confermato gli impegni con l'Europa, la gente si mette in fila per il pane e il posto di lavoro. Il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos ha ribadito che sono assolutamente necessarie le misure di austerity per 3,3 miliardi di euro per ottenere i 130 promessi da Bce, Ue e Fmi, e salvare così il Paese dal fallimento. "Oggi", ha detto il ministro, "noi dobbiamo capire e persuadere i cittadini greci che quando si viene chiamati a scegliere tra il male e il peggio, si deve scegliere il male per evitare il peggio” Le misure di austerità stanno provocando una fortissima tensione sociale: martedì, venerdì e sabato c'è stato lo sciopero generale con un'altissima adesione. Mentre fuori Atene brucia in Parlamento è iniziato il dibattito sulle nuove misure di austerità derivanti dall'accordo tra il governo e la Troika Ue-Bce-Fmi. Una radicale riforma del mercato del lavoro, con una profonda deregulation e una diminuzione di oltre il 20% del salario minimo garantito e un taglio nelle pensioni. Drastica economia di spesa in settori come la difesa, gli ospedali e le autonomie locali. Vendita dei gioielli di famiglia, come le quote pubbliche in petrolio, gas, acqua e lotteria. In cambio, il progetto di accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali prevede il via libera al nuovo piano di salvataggio da 130 miliardi di euro. Un'impiegata ha minacciato di buttarsi dal balcone dell'agenzia governativa dove lavora, che verrà chiusa a causa delle misure di austerità. La polizia l'ha poi convinta a rientrare all'interno dopo che i pompieri avevano sistemato a terra dei materassi gonfiabili. La donna, madre di due figli di cui uno disabile, lavora con il marito all'Oek, l'ente di Stato che forniva mutui agevolati alle famiglie a basso reddito. I 1.500 dipendenti dell'Oek occupano l'ente dal giorno in cui le nuove misure di austerità decretate dal Parlamento ne hanno stabilito la chiusura. Il passaparola dei manifestanti viaggia soprattutto su Twitter, dove sono state postate diverse foto delle strade adiacenti la piazza. In questi giorni sono stati almeno centomila i manifestanti, in piazza Syntagma per protestare contro il piano di austerity da 3,3 miliardi di euro, per ottenerne 130. Ci sono stati scontri tra i black bloc, che hanno lanciato molotov e bombe carta, e la polizia in assetto antisommossa, che ha risposto con i lacrimogeni e cariche di alleggerimento. Un caffè della catena americana Starbucks e una filiale della banca greca Eurobank sono stati dati alle fiamme a piazza Korai, alle spalle della piazza  dove non accenna a calare la tensione. Anche il celebre compositore greco Mikis Thedorakis, 86 anni, autore delle musiche do 'Zorba il greco', si e' unito ai manifestanti. Poco prima che iniziasse a parlare alla folla e' stato interrotto dai gas lacrimogeni sparati dalla polizia.  Il premier Papademos aveva inviato un messaggio televisivo in cui ha avvertito che l'unica alternativa alla firma dell'accordo è la bancarotta e il caos sociale.  di Giovanna Marcianò

Bruxelles - Tobin tax. E' questa la proposta rilanciata dal Cancelliere tedesco Angela Merkel. L'imposta sulle transazioni finanziarie risolverebbe i problemi della finanza mondiale. Il progetto avanzato nel vertice franco-tedesco propone l'introduzione dell’imposta nell'Eurozona a partire dal 2014, prevedendo un'aliquota dello 0,1% sulle azioni e lo 0,01% su altri prodotti finanziari; ma affinché venga approvato deve essere raggiunto il consenso unanime da parte dei 27 Stati.
E’ arrivato subito il veto dal primo ministro inglese David Cameron, che in un'intervista alla BBC, ha dichiarato che l'introduzione della Tobin Tax applicata solo all'Europa “porterebbe alla compromissione della già fragile situazione economica del continente colpendo le entrate fiscali, e alla probabile fuga di capitali in siti meno tassati”. Perciò la Gran Bretagna decide di non accettare la proposta finché non si raggiungerà un'applicazione a livello globale.
Francia e Germania invece, continuano a fare pressioni perché venga anticipato a fine gennaio il vertice per il Patto di bilancio dell'Ue, in calendario a marzo,proponendo inoltre di potenziare il fondo Salva-Stati chiedendo anche alla BCE di rendere veloce ed efficiente il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria. Mario Monti, a colloquio a Berlino con Angela Merkel si è detto d’accordo sulla tassa purché sia europea, ma ha aggiunto, “Non posso chiedere altri sacrifici agli Italiani”, dicendo anche, “adesso tocca alla Ue di agire per le misure anticrisi, in modo meno rigido per evitare un'insurrezione da parte dei populisti”. di Fabiana Arichetta

New York - La crisi comincia ad incidere sulla Germania. Fitch declassa Deutsche Bank, primo istituto di credito tedesco, passato da AA- a A+. Poi Goldman Sachs, Barclays, Credit Suisse e BNP Paribas ha declassato la valutazione di sei banche internazionali. Nel 2012 la recessione è destinata a peggiorare e farsi più severa per i paesi esportatori, a partire da Germania e Austria. Fitch minaccia di tagliare entro fine gennaio, i rating di sei paesi europei :  Spagna, Belgio, Slovenia, Cipro e Irlanda. La Francia conserva almeno per ora la tripla A ma l'outlook, la prospettiva, passa da stabile a negativo. La decisione deriva dal summit Ue del 9-10 dicembre dopo il quale  I possibili declassamenti dovrebbero risultare di uno o due gradini. All’Italia al momento Fitch assegna un rating A+. “I declassamanti operati da Fitch", dice Robert Halver di Baader Bank, "sono una chiara conseguenza della scarsa incisività di recente dimostrata dalle politiche europee. L’imperativo è risolvere la crisi del debito e per il momento non sembrano intravedersi strumenti adeguati. Confido però nel fatto che nelle prossime settimane si arrivi a una soluzione. Una soluzione che includa la BCE”.  La sfiducia manifestata da Fitch non risparmia però il settore del credito statunitense. Citigroup è qui tra gli istituti colpiti, insieme a Bank of America e Goldman Sachs. L’intervento dell’agenzia di rating lascia trapelare il timore che le banche d’oltreoceano finiscano per pagare un sempre più salato conto della crisi. Il declassamento odierno, dicono da Fitch, è stato motivato dalle incognite economiche che alimentano incertezze sul settore finanziario. di Charles Lobotwiz

New York - La Federal Reserve, al termine della riunione del Fomc iniziata nella mattina americana, ha deciso di voler mantenere fino a metà 2013 i tassi ai minimi, menzionando rischi al ribasso sullo scenario economico. I tassi di interesse restano dunque invariati tra zero e 0,25%. E’ il minimo storico a cui erano stati portati nel dicembre 2008. E dunque la Federal Reserve lascia invariata la sua politica monetaria, ma fa sapere che le turbolenze sui mercati finanziari continuano a porre seri rischi alla crescita economica, lasciando aperta la porta ad un ulteriore allentamento monetario l'anno prossimo. La Fed rivela che la crescita economica negli Stati Uniti continua ad espandersi moderatamente, nonostante un apparente rallentamento globale e nota che la disoccupazione resta elevata e il e iebito comune, fino a quando non ci saranno meccanismi di controllo più forti sui bilanci degli stati dell'Unione Europea. La arannei fondi anche con una regia rafforzata sia per interventi di lungo periodo che per quelli con effetti immediati e rapidi». Al Sud, ha spiegato Tremonti a Barroso, «non c'è sviluppo ma ci sono fondi strutturali comunitarpo della popolazione. La questione si aggravò con la ban09 un crollo del PIL a quota -1,9%. Inoltre calcola che la ripresa potrà manifestarsi già entro la fine dell’anno e prevede che il 2010 si chiuderà con un +0,4%. Tra i principali Paesi della zona euro, la Germania chiuderà il 2009 a quota -2,3%, la Francia a quota -1,8% e la Spagna, come l’Italia, al -2%. Sembrerebbe non essere più in caduta libera ma non è chiaro dove il paracadute ci porterà. Mirtò Idone

 

 

Marchionne pensa agli Stati Uniti

 

Milano – "Potremmo andare avanti anche senza l'Italia. Chi pensa di poter condizionare la Fiat, si sbaglia alla grande". Marchionne, Ceo di Fiat e Chrysler, pronuncia questa frase ed é subito polemica e partono sospetti covati da tempo sulla dipartita dall'Italia della Fiat. "Abbiamo avuto la maggior parte dei lavoratori che ha appoggiato un'alternativa. Il treno è passato ed è inutile cercare di insistere che bisogna rinegoziare. Quella decisione è stata presa e non possiamo continuare a votare finché non vince la Fiom. E' la tirannia della minoranza verso la maggioranza. La Fiat non può essere la vittima di questa minoranza". Ha spiegato Sergio Marchionne, al margine di una conferenza organizzata a Washington dal Council for the United States and Italy. "Il fatto è", continua Marchionne, "che uno operaio su dieci vuole condizionare l'andamento dell'azienda. La Fiat non può essere la vittima di questa minoranza. Non si può investire così, parliamo di miliardi di Euro di investimenti, non di aprire un supermercato. Possiamo lasciare l'Italia. Siamo una multinazionale e abbiamo attività in tutto il mondo". In risposta alla richiesta della Camusso di far intervenire anche il Governo sui progetti industriali Fiat, Marchionne, spiega, "il Governo non c'entra nulla e Monti, quel pover uomo che ha un mondo di cose da fare, cosa c'entra con la Fiat. Monti deve portare avanti una serie di manovre per cercare di ottenere la tranquillità a livello europeo dei finanziamenti del paese e se non ce la fa, fallisce il progetto.  Non abbiamo altra scelta. Bisogna lasciarlo lavorare". di Raffaella Chiesi

 

Il Crack Ambientale e occupazionale dell'Ilva di Taranto

 

Taranto - Forse si è aperto uno spiraglio per il caso Ilva. Per il momento il nodo principale da sciogliere resta comunque l’aspetto economico del risanamento dell’ impianto siderurgico e riguarda la cifra da stanziare che potrebbe aggirarsi sui 10 miliardi di euro. Ma per scongiurare il pericolo di inquinamento, la produzione di acciaio dovrebbe essere ridotta del 30%, cioè passare da 15 milioni a 8 milioni di tonnellate l’anno. La Procura, disponendo il sequestro dell’impianto, aveva notificato un ultimatum di immediata cessazione dell’emissioni inquinanti e ora chiede maggiori garanzie su un possibile nuovo piano aziendale. L’attuale viene ritenuto dai magistrati del tutto inadeguato. Solo dalle prossime mosse dei custodi giudiziari si capirà verso quale svolta avrà la vicenda. Intanto, a metà della prossima settimana sono attesi gli ultimi dati sull’impatto dell’inquinamento sulla popolazione. Il ministro Clini, che cerca di salvare produzione e occpazione, ha più volte  ribadito che i dati sulla salute finora pubblicati sono stati manipolati per  creare allarmismo e promette per i prossimi giorni novità su questo aspetto della vicenda. (14 ottobre 2012) Salvatore Catizone

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