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Mailgate

Il repubblicano Gaetz sostiene di avere le prove che Hillary ha avuto un trattamento speciale dall'FBI

Uranium One, lo scandalo

 

Il repubblicano Gaetz sostiene di avere le prove che Hillary Clinton ha goduto di un trattamento speciale da parte dell'FBI

Washington -  Matt Gaetz, membro del Commissione d'inchiesta della Camera, ha detto che una Comissione del Congresso aveva prove che il vice direttore dell'FBI Andrew McCabe ha dichiarato che Hillary Clinton avrebbe ottenuto uno "speciale HQ" per quanto riguarda le indagini sul Mailgate del suo server e dei suoi collegamenti non autorizzati alla Fondazione Clinton durante il suo mandato come segretario di stato e spiegando "Ciò significa che i normali processi dell'ufficio sul campo di Washington non venivano seguiti e lei aveva uno status speciale. E aveva un gruppo molto piccolo di persone che aveva un pregiudizio pro-Hillary Clinton che aveva un ruolo diretto nel cambiare quell'indagine da quello che probabilmente avrebbe dovuto essere criminale in uno in cui era in grado di camminare. E quindi penso che dobbiamo assicurarci che ciò non accada mai più, che gli stessi processi che si applicherebbero a qualsiasi americano si applicherebbero anche alle persone che stavano correndo per il presidente degli Stati Uniti ". Gaetz ha aggiunto, "la Commissione d'inchiesta è impegnata in un'indagine, in particolare per quanto riguarda la gestione dello scandalo e-mail di Hillary Clinton e qualsiasi potenziale indagine della Fondazione Clinton e la gestione di tangenti o altri tipi di pagamenti impropri", ha detto Gaetz. "Posso certamente dire che la mia impressione dopo queste interviste è che c'era un pregiudizio pro-Hillary Clinton estremo che l'ha avvantaggiata in questa indagine e che ha ricevuto un trattamento speciale in conseguenza della sua candidatura alla presidenza. Questo non dovrebbe accadere. La legge dovrebbe applicarsi allo stesso modo a tutti gli americani, indipendentemente dal fatto che siano candidati politici o meno. E così, abbiamo bisogno di istituire riforme attraverso la Commissione d'inchiesta per una maggiore supervisione, per una maggiore trasparenza in modo che ciò non accada mai più ". "Dobbiamo scoprire se le procedure sono state discostate o meno", ha aggiunto. "E abbiamo le prove via e-mail di Andrew McCabe che indicano che Hillary Clinton avrebbe ottenuto uno" Special HQ ", uno speciale per la sede centrale ". I Repubblicani delle due Commissioni Parlamentari dicono di aver trovato prove scritte che l'FBI aveva informazioni classificate condivise tra Clinton e i suoi migliori assistenti attraverso un insicuro server privato di posta elettronica, quindi la prova che le leggi erano state infrante e che erano state fatte  false dichiarazioni.
C'é un testimone la cui identità è stata trascritta nei documenti dell'FBI, un impiegato di una ditta di computer che ha assistito Clinton per mantenere il server privato, ha anche ammesso di aver cancellato i messaggi a partire dal 2015, dopo che il Congresso aveva emesso un mandato di comparizione per loro.
I parlamentari repubblicani hanno detto che l'FBI invece aveva redatto una dichiarazione che esonerava Clinton dai reati, anche se le prove relative ad alcuni testimoni erano ancora in sospeso. gli agenti non avevano ancora interrogato oltre una dozzina di testimoni, compreso il dipendente della ditta di computer.
I membri della Commissione d'inchiesta della Camera presenti ad un incontro privato di dicembre con il vice direttore dell'FBI Andrew McCabe affermano che l'agenzia ha verificato che l’inchiesta non ha seguito il normale processo per consentire di interrogare gli imputati, ma è stata gestita da un gruppo quartier generale a Washington, DC
(Marcus Losado, 24 dicembre 2017)

 

 

 

 

Uranium One, lo scandalo

Wahington -  Bill Clinton nel 2005 assieme al socio canadese della fondazione, Frank Giustra, andò in Kazakistan a fare accordi con un autocrate filorusso, Nursultan A. Nazarbayev, mentre la moglie Hillary era senatore e si preparava a candidarsi alle presidenziali. Frank Giustra era anche il titolare della UrAsia Energy, venduta ad Uranium One nel 2007. Queste notizie sono state nascoste per mesi, ipotesi avanzate solo dai pochi media vicini al presidente, come “New York Post”, “Fox News”, fino a “Breitbart News”, ma ora pubblicano scoop e ricostruzioni giornali progressisti come “The Hill”, l’arci avversario “Washington Post”, “Seattle Times” e “Los Angeles Times”, e persino il “New York Times” comincia a ricordarsi di inchieste del passato. Su Uranium One, partendo da alcune precisazioni che finalmente si fanno strada. Basterebbe il mezzo milione di dollari che in una sola volta Putin ha fatto avere per una conferenza a Bill Clinton a suscitare un sospetto di connivenza. Invece tutti concentrati su centomila dollari in tutto di inserzioni su Facebook, che secondo i democratici e secondo anche alcuni giornalisti italiani, avrebbero sfacciatamente favorito l’elezione di Trump. Quelle inserzioni sono cominciate a giugno del 2015, e a controllarle tutte vedrete che sono genericamente messaggi sul razzismo e sul controllo di armi; secondo Marx Penn, analista e stratega politico, sempre di area democratica, sulle elezioni del 2016 si sono soffermate inserzioni per 6.500 dollari. Essendo all’epoca della stipula del contratto di vendita la Clinton segretario di Stato e membro di una commissione governativa incaricata degli accordi, non si può accusare solamente lei, ma l’intera amministrazione di Barack Obama, e qui si parla di interessi e sicurezza nazionale. Si parla di aver venduto un quinto della capacità americana di estrarre uranio alla Russia e per l’esattezza a una compagnia di energia nucleare controllata dallo Stato, la Rosatom. La quale nella sua filiale americana, come l’Fbi ben sapeva, si dava un gran da fare in truffe, ricatti riciclaggio di denaro, frodi ed estorsioni. Se l’Fbi indagò e riferì al dipartimento di Giustizia, quest’ultimo nascose, tanto che l’attività della Rosatom americana continua ancora indisturbata per 4 anni. L’avessero rivelata per tempo, la vendita non sarebbe mai avvenuta. C’era un informatore che aveva lavorato sotto copertura il quale voleva riferire tutto al Congresso, e fu minacciato e bloccato dal Fbi. Ora però parlerà. Per ora mi fermo. Tanto siamo solo agli inizi. (Martina Criatore, 24 dicembre 2017)

 

 

 

 

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